Marzia Roversi arte

Marzia Roversi, con le sue opere, ci chiede di seguirla per raggiungere una dimensione metafisica. Lo fa mettendo a punto una sua peculiare tecnica: grafite e collage su tavola di legno con l’aggiunta, in alcune rappresentazioni, di acrilico e foglia oro per lo sfondo, come di altre tonalità. Una tecnica complessa, per l’oggettiva difficoltà di realizzazione.

Le figure femminili e gli animali che spesso le affiancano emergono dalla tavola ascetiche e raccolte in sé stesse, sono come fiori primordiali che si aprono alla vista dello spettatore con esplosioni di colori. Figura femminile, animali, oggetti e inflorescenze dal mondo vegetale germinano dal subconscio e rimangono sospesi come un pensiero siderale e scultoreo.

Nonostante la precisione descrittiva dell’atto artistico, esso rimane fondamentalmente un mistero. Per dirla con Proust: «Gli atti creativi procedono, infatti, non dalla conoscenza delle loro leggi, ma da una potenza oscura e incomprensibile, che non rafforziamo illuminandola. […] Un quadro è una specie di apparizione d’un cantuccio d’un mondo misterioso, di cui conosciamo alcuni altri frammenti, che sono i quadri dello stesso artista» (M. Proust, Pittori, Abscondita).

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